Non ci piace mai esprimere opinioni politiche sui temi ambientali. Questo perchè reputiamo temi come sostenibilità e ecologia parte del nostro DNA, molto più vicini a cuore ed emozioni che alle poltrone parlamentari. Questo è ancora più vero quando ci avevo illuso, con la vittoria dei SI' nel referendum del 2011, che l'acqua sarebbe rimasto un bene pubblico, e mai e poi mai sarebbe stata privatizzata. Di fronte a quello che è accaduto il mese scorso in Parlamento, nella complicità quasi omertosa dei principali media nazionali, non possiamo restare ancora in silenzio.
La battaglia del referendum dell'11 Giugno 2011 era una lotta a cui scuolaverde ha partecipato attivamente, sposando a pieno l'idea e la passione con cui, il comitato Acqua Bene Comune e tutte le associazioni dei consumatori ed ecologiste come Lega Ambiente hanno sfidato gli interessi delle multinazionali dell'acqua.
Un grande passo indietro
Nonostante i commenti dei parlamentari PD siano contraddittori e non sembrano ammettere chiaramente come le ultime manovre di leggi abbiano spianato la strada all'entrata dei privati nella gestione della risorsa idrica, non riusciranno a tenere chiusa la bocca di coloro i quali credono in un Mondo più libero. Sappiamo bene la rivolta verificatasi nello stato boliviano a seguito della scellerata assegnazione del servizio idrico ad una multinazionale statunitense. Non vorremmo assistere anche in Italia alla replica di un film già visto, in cui lo spargimento di sangue sia l'unico modo per difendere dalla fame milioni di cittadini “dipendenti” da una risorsa che deve restare pubblica. Siamo fermi sostenitori di una politica sociale che consideri l'acqua un patrimonio pubblico dell'intera umanità mondiale e pensare che dei politicanti da quattro soldi, vogliano speculare sulle vite dei cittadini più poveri, è semplicemente disumano, oltre che profondamente ingiusto. Per questa ragione abbiamo deciso, in nome della nostra ricerca quotidiana di una maggiore uguaglianza tra i popoli, mediante l'insegnamento dell'educazione ambientale, di appoggiare la campagna del Movimento 5 Stelle e appoggiata dal comitato acquabenecomune italia.
Non vogliamo arrivare al rincaro delle bollette dell'acqua per assistere ad una mobilitazione popolare. Ci auguriamo che la sconfitta referendaria sul petrolio sia da monito ai tanti che non sono andati a votare, ma che vogliono un futuro migliore per i propri figli. E' il momento di fare quadrato attorno al tema della difesa dell'acqua, prima che Renzi ci privi di questo diritto ineludibile. Se la maggioranza degli italiani aveva sancito il consenso alla gestione pubblica dell'acqua, non è corretto che degli emendamenti a dir poco “ambigui” possano stravolgere l'esito di quel referendum abrogativo.
Sentire i compagni di partito del premier (non eletto) Renzi pronunciare frasi come “su territorio Italiano l'acqua pubblica è garantita da una legge, ma eventualmente sarà la fornitura a divenire privata” è vergognoso. L'ambiguità delle loro posizioni, finalizzata a non far capire bene all'elettorato che stanno privatizzando le concessioni idriche sotto i nostri occhi, per far guadagnare loro stessi e i loro amici, è vergognoso.
Speriamo che la soglia del quorum previsto per i futuri referendum venga davvero abbassata, rendendola più “in linea” con i dati dell'affluenza elettorale. Prima che questo accada però non resteremo di certo con le mani in mano, aspettando che una pioggia faccia pulizia tra le idee industriali di politici poco inclini ad amare una terra e quindi poco interessati al bene della popolazione. Noi di scuolaverde utilizzeremo tutta la nostra voce per gridare lo sdegno verso questi “potentuncoli” arroganti ed insegnare alle nuove generazioni che soltanto la difesa della natura potrà portare un benessere reale alle nostre vite. L'educazione all'ambiente coincide con l'educazione civica, non ci stancheremo mai di dirlo.
Non vogliamo essere complici del silenzio assenzio che pericolosamente si sta radicando nelle vite di noi italiani, sempre più insofferenti sui social, ma sempre più impotenti nella realtà. La scuola è il luogo che dovrebbe fungere tra collante tra idea e azione, dove nutrire una filosofia ambientalista pronta a dare slancio ad un uomo libero e non più controllato democraticamente, come accade oggi, tra spauracchi terroristici e caos informativo sui social network atto a confutare soltanto lo status quo.
La battaglia del referendum dell'11 Giugno 2011 era una lotta a cui scuolaverde ha partecipato attivamente, sposando a pieno l'idea e la passione con cui, il comitato Acqua Bene Comune e tutte le associazioni dei consumatori ed ecologiste come Lega Ambiente hanno sfidato gli interessi delle multinazionali dell'acqua.
Un grande passo indietro
Nonostante i commenti dei parlamentari PD siano contraddittori e non sembrano ammettere chiaramente come le ultime manovre di leggi abbiano spianato la strada all'entrata dei privati nella gestione della risorsa idrica, non riusciranno a tenere chiusa la bocca di coloro i quali credono in un Mondo più libero. Sappiamo bene la rivolta verificatasi nello stato boliviano a seguito della scellerata assegnazione del servizio idrico ad una multinazionale statunitense. Non vorremmo assistere anche in Italia alla replica di un film già visto, in cui lo spargimento di sangue sia l'unico modo per difendere dalla fame milioni di cittadini “dipendenti” da una risorsa che deve restare pubblica. Siamo fermi sostenitori di una politica sociale che consideri l'acqua un patrimonio pubblico dell'intera umanità mondiale e pensare che dei politicanti da quattro soldi, vogliano speculare sulle vite dei cittadini più poveri, è semplicemente disumano, oltre che profondamente ingiusto. Per questa ragione abbiamo deciso, in nome della nostra ricerca quotidiana di una maggiore uguaglianza tra i popoli, mediante l'insegnamento dell'educazione ambientale, di appoggiare la campagna del Movimento 5 Stelle e appoggiata dal comitato acquabenecomune italia.
Non vogliamo arrivare al rincaro delle bollette dell'acqua per assistere ad una mobilitazione popolare. Ci auguriamo che la sconfitta referendaria sul petrolio sia da monito ai tanti che non sono andati a votare, ma che vogliono un futuro migliore per i propri figli. E' il momento di fare quadrato attorno al tema della difesa dell'acqua, prima che Renzi ci privi di questo diritto ineludibile. Se la maggioranza degli italiani aveva sancito il consenso alla gestione pubblica dell'acqua, non è corretto che degli emendamenti a dir poco “ambigui” possano stravolgere l'esito di quel referendum abrogativo.
Sentire i compagni di partito del premier (non eletto) Renzi pronunciare frasi come “su territorio Italiano l'acqua pubblica è garantita da una legge, ma eventualmente sarà la fornitura a divenire privata” è vergognoso. L'ambiguità delle loro posizioni, finalizzata a non far capire bene all'elettorato che stanno privatizzando le concessioni idriche sotto i nostri occhi, per far guadagnare loro stessi e i loro amici, è vergognoso.
Speriamo che la soglia del quorum previsto per i futuri referendum venga davvero abbassata, rendendola più “in linea” con i dati dell'affluenza elettorale. Prima che questo accada però non resteremo di certo con le mani in mano, aspettando che una pioggia faccia pulizia tra le idee industriali di politici poco inclini ad amare una terra e quindi poco interessati al bene della popolazione. Noi di scuolaverde utilizzeremo tutta la nostra voce per gridare lo sdegno verso questi “potentuncoli” arroganti ed insegnare alle nuove generazioni che soltanto la difesa della natura potrà portare un benessere reale alle nostre vite. L'educazione all'ambiente coincide con l'educazione civica, non ci stancheremo mai di dirlo.
Non vogliamo essere complici del silenzio assenzio che pericolosamente si sta radicando nelle vite di noi italiani, sempre più insofferenti sui social, ma sempre più impotenti nella realtà. La scuola è il luogo che dovrebbe fungere tra collante tra idea e azione, dove nutrire una filosofia ambientalista pronta a dare slancio ad un uomo libero e non più controllato democraticamente, come accade oggi, tra spauracchi terroristici e caos informativo sui social network atto a confutare soltanto lo status quo.