Questo Mondo fa acqua, ma non per tutti. Si calcola che nel 2050 servirà il doppio dell’acqua che utilizziamo attualmente. Tra 40 anni la popolazione dovrebbe raggiungere la cifra di 9 miliardi di persone, questo genererà enormi problemi idrici, soprattutto nelle grandi città.
Ne sono fermamente convinti coloro i quali hanno stilato il rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (Unep) affiancati dall'Istituto internazionale di gestione dell'acqua (Iwmi), pubblicato a Stoccolma durante la Settimana mondiale dell'acqua, durante la quale si confrontano 2.500 delegati provenienti da ben 130 nazioni. "Attualmente 1,6 miliardi di persone vivono in zone di siccità e potranno raggiungere la cifra di due miliardi, se non avverrà un radicale cambiamento..e si continuerà ad insistere nelle medesime attività agricole e se continurà a crescere l'urbanizzazione". Si stima che la quantità d'acqua necessaria destinata all'agricoltura sia oggi di 7.130 chilometri cubici, ma che aumenterà dal 70 al 90% se serà chiamata a sfamare le nove miliardi di persone che si prevede popoleranno la Terra entro il 2050. .L'ACQUA E LE CITTÀ - Il punto focale della discussione che prende piede a Stoccolma resta l'approvvigionamento di acqua delle supermetropoli del futuro. "Necessitiamo di tecnologie innovative e politiche diversificate per compensare la carenza di acqua che investirà una percentuale sempre maggiore di popolazione, in particolar modo nelle città. Infatti nelle zone urbane 830 milioni di persone mancano già ora di servizi bsilari di approvvigionamento dell'acqua. Tutto questo rappresenta in assoluto la seconda causa di mortalità infantile nel Mondo e contribuisce alla morte delle madri stesse. D'altro canto, il ceto medio aumenta nelle grandi città e contribuisce ad un aumento generalizzato del consumo di acqua». Gli investimenti in stutture idriche moderne non hanno seguito la rapida urbanizzazione mondiale.In Italia, tra l'altro, siamo molto arretrati dal punto di vista della gestione sostenibile di corsi d’acqua. Siamo di fatto gli ultimi in Europa nella messa in atto della direttiva quadro Acque 2000 / 60 / CE per la difesa delle acque superficiali e sotterranee, che attraverso una serie di azioni, come la creazione di autorità di distretto, avrebbero permesso di raggiungere il buono stato ecologico dei corsi d’acqua entro l'anno 2015. Attraverso le direttive europee, si potrebbero avere piani di gestione dei fiumi che consentirebbero di rivedere le concessioni per l’uso di acqua in modo da scongiurarne lo sfruttamento eccessivo, e allo stesso tempo consentire un uso responsabile da parte dei vari settori, dall’agricoltura alla energia elettrica.
Ne sono fermamente convinti coloro i quali hanno stilato il rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (Unep) affiancati dall'Istituto internazionale di gestione dell'acqua (Iwmi), pubblicato a Stoccolma durante la Settimana mondiale dell'acqua, durante la quale si confrontano 2.500 delegati provenienti da ben 130 nazioni. "Attualmente 1,6 miliardi di persone vivono in zone di siccità e potranno raggiungere la cifra di due miliardi, se non avverrà un radicale cambiamento..e si continuerà ad insistere nelle medesime attività agricole e se continurà a crescere l'urbanizzazione". Si stima che la quantità d'acqua necessaria destinata all'agricoltura sia oggi di 7.130 chilometri cubici, ma che aumenterà dal 70 al 90% se serà chiamata a sfamare le nove miliardi di persone che si prevede popoleranno la Terra entro il 2050. .L'ACQUA E LE CITTÀ - Il punto focale della discussione che prende piede a Stoccolma resta l'approvvigionamento di acqua delle supermetropoli del futuro. "Necessitiamo di tecnologie innovative e politiche diversificate per compensare la carenza di acqua che investirà una percentuale sempre maggiore di popolazione, in particolar modo nelle città. Infatti nelle zone urbane 830 milioni di persone mancano già ora di servizi bsilari di approvvigionamento dell'acqua. Tutto questo rappresenta in assoluto la seconda causa di mortalità infantile nel Mondo e contribuisce alla morte delle madri stesse. D'altro canto, il ceto medio aumenta nelle grandi città e contribuisce ad un aumento generalizzato del consumo di acqua». Gli investimenti in stutture idriche moderne non hanno seguito la rapida urbanizzazione mondiale.In Italia, tra l'altro, siamo molto arretrati dal punto di vista della gestione sostenibile di corsi d’acqua. Siamo di fatto gli ultimi in Europa nella messa in atto della direttiva quadro Acque 2000 / 60 / CE per la difesa delle acque superficiali e sotterranee, che attraverso una serie di azioni, come la creazione di autorità di distretto, avrebbero permesso di raggiungere il buono stato ecologico dei corsi d’acqua entro l'anno 2015. Attraverso le direttive europee, si potrebbero avere piani di gestione dei fiumi che consentirebbero di rivedere le concessioni per l’uso di acqua in modo da scongiurarne lo sfruttamento eccessivo, e allo stesso tempo consentire un uso responsabile da parte dei vari settori, dall’agricoltura alla energia elettrica.