L'isola di Hierro, di origine vulcanica potrebbe affrontare rischi di smottamenti naturali in quelle zone, oggette di studio da parte dell'Istituto Geologico e Minerario (IGME).
La responsabile di questa ricerca, Mercedes Ferrer, spiegò a Efeverde che l'instabilità delle rocce nella zona vicina all'eruzione, rappresenta una preoccupazione costante, in una zona come Hierro, caratterizzata dalla grande attività geologica.
Lo scopo della ricerca portata avanti da IGME è quello di valutare la stabilità delle pareti rocciose che potrebbero essere oggetto di cedimento strutturale e che attualmente risultano chiuse al traffico e di altre che in passato sono state protagoniste di fenomeni franosi. Marcedes Ferrer si recherà a breve sull'isola per iniziare questi studi assieme al suo staff. Aggiunge Ferrer: “Il nostro lavoro si basa sulla mera osservazione e sullo studio del terreno. Successivamente saranno altri che stabiliranno adeguate contro-misure”.
La geologa del IGME ha inoltre precisato che sull'isola di El Hierro i processi franosi sono processi frequenti che possono essere messi in relazione con i terremoti, ma non con la recente eruzione vulcanica, considerandogli sostanzialmente delle manifestazioni naturali dell'evoluzione geologica delle isole Canarie.
La Ferrer puntualizza inoltre che anche le imponenti infrastrutture e la frequenza di piogge particolarmente intense vanno prese in considerazione per valutare i rischi di smottamento di zone sotto controllo, nonostante siano caratterizzate dalla presenza di resistenti rocce basaltiche.
Ferrer segnala anche che le isole Canarie, nonostante siano abbastanza soggette a sismi, non siano di fatto obbligate a rispettare le normative antisismiche vigenti nella penisola iberica, con particolare attenzione alle province di Murcia, Granada e Alicante.
La geologa coclude l'intervento con una nota di amarezza, affermando che il territorio canario è molto poco attrezzato dal punto di vista delle attrezzature necessarie per intraprendere ricerche approfondite, nonostante rappresenti oggi la zona geologicamente più attiva dell'intera Spagna.
Va precisato però che le rocce di origine vulcanica come quelle presenti sull'isola di Hierro risultano generalmente stabili e si strutturano in blocchi relativamente piccoli, ma che di fronte ad un rischio così elevato, andrebbero considerati altri fattori come la velocità di caduta e la ripidità del terreno.
“Il pericolo non nasce dalla dimensione di questi blocchi, ma dalla velocità di caduta e la luogo d'impatto”.
El Hierro, ma più occidentale delle isole Canarie, ha registrato negli ultimi 3 mesi oltre 10000 movimenti sismici e due eruzioni vulcaniche sottomarine, una a 5 chilometri dalla costa e a circa 1000 metri di profondità e l'altra a 3 chilometri dalla costa, ma sono a 600 metri di profondità.
Traduzione di Roberto D'Aprile
La responsabile di questa ricerca, Mercedes Ferrer, spiegò a Efeverde che l'instabilità delle rocce nella zona vicina all'eruzione, rappresenta una preoccupazione costante, in una zona come Hierro, caratterizzata dalla grande attività geologica.
Lo scopo della ricerca portata avanti da IGME è quello di valutare la stabilità delle pareti rocciose che potrebbero essere oggetto di cedimento strutturale e che attualmente risultano chiuse al traffico e di altre che in passato sono state protagoniste di fenomeni franosi. Marcedes Ferrer si recherà a breve sull'isola per iniziare questi studi assieme al suo staff. Aggiunge Ferrer: “Il nostro lavoro si basa sulla mera osservazione e sullo studio del terreno. Successivamente saranno altri che stabiliranno adeguate contro-misure”.
La geologa del IGME ha inoltre precisato che sull'isola di El Hierro i processi franosi sono processi frequenti che possono essere messi in relazione con i terremoti, ma non con la recente eruzione vulcanica, considerandogli sostanzialmente delle manifestazioni naturali dell'evoluzione geologica delle isole Canarie.
La Ferrer puntualizza inoltre che anche le imponenti infrastrutture e la frequenza di piogge particolarmente intense vanno prese in considerazione per valutare i rischi di smottamento di zone sotto controllo, nonostante siano caratterizzate dalla presenza di resistenti rocce basaltiche.
Ferrer segnala anche che le isole Canarie, nonostante siano abbastanza soggette a sismi, non siano di fatto obbligate a rispettare le normative antisismiche vigenti nella penisola iberica, con particolare attenzione alle province di Murcia, Granada e Alicante.
La geologa coclude l'intervento con una nota di amarezza, affermando che il territorio canario è molto poco attrezzato dal punto di vista delle attrezzature necessarie per intraprendere ricerche approfondite, nonostante rappresenti oggi la zona geologicamente più attiva dell'intera Spagna.
Va precisato però che le rocce di origine vulcanica come quelle presenti sull'isola di Hierro risultano generalmente stabili e si strutturano in blocchi relativamente piccoli, ma che di fronte ad un rischio così elevato, andrebbero considerati altri fattori come la velocità di caduta e la ripidità del terreno.
“Il pericolo non nasce dalla dimensione di questi blocchi, ma dalla velocità di caduta e la luogo d'impatto”.
El Hierro, ma più occidentale delle isole Canarie, ha registrato negli ultimi 3 mesi oltre 10000 movimenti sismici e due eruzioni vulcaniche sottomarine, una a 5 chilometri dalla costa e a circa 1000 metri di profondità e l'altra a 3 chilometri dalla costa, ma sono a 600 metri di profondità.
Traduzione di Roberto D'Aprile