Le lezioni online ai tempi del Coronavirus
Le scuole sono ormai chiuse dal 5 Marzo in tutta Italia, dopo una iniziale interruzione delle lezioni circoscritta alle aree della zona rossa (Lombardia, Emilia Romagna e Veneto). Altre nazioni hanno seguito l'esempio dell'Italia, come Francia, Grecia, Irlanda, Romania e Polonia e c'è da scommettere che molto presto altri governi interromperanno le lezioni frontali, cercando di mantenere la didattica attiva attraverso delle specifiche piattaforme online.
Dopo i primi giorni di straniamento e di valutazioni tecniche da parte del Miur, coordinati dal Ministro Azzolino, si è chiesto esplicitamente agli insegnanti di non lasciare gli studenti da soli e di utilizzare gli strumenti tecnologici del web per continuare la didattica da casa, nell'attesa che passi il picco di diffusione del Coronavirus.
Nella giornata di sabato 7 Marzo è arrivata una comunicazione istituzionale a tutti i docenti di ruolo, incluso quelli di sostegno, all'interno della quale si invitava ad utilizzare "Google classroom" e l'intera suite chiamata "g suite for education" per continuare a mantenere un contatto con gli alunni della classe.
Nonostante gli allarmismi e le interpretazioni della direttiva, si intuiva da subito come lo scopo ultimo di questa didattica online non sarebbe stato quello di poter valutare gli alunni, ma quello di non farli sentire abbandonati del tutto.
Attraverso Google Classroom i docenti avrebbero potuto continuare a offrire approfondimenti e spunti di riflessione sui temi inerenti al programma didattico.
Cosa è tenuto a fare il docente
Già da lunedì 9 Marzo è stato consegnato ad ogni insegnante una password, legata ad un account che consentisse al docente di accedere alla propria classe virtuale, già creata dalla scuola mediante "Google classroom".
Anche gli alunni hanno ricevuto una password e le credenziali per accedere alla stessa piattaforma online.
Ogni professore, utilizzando l'applicazione "meet" può decidere se registrare videolezioni o spiegare delle lezioni in diretta, facendo una sorta di appello online, onde assicurarsi della presenza degli studenti dall'altra parte dello schermo. In linea di massima i docenti di matematica e delle materie scientifiche hanno preferito il "live streaming", in virtù della possibilità di dimostrare in tempo reale la soluzione dell'esercizio e riuscire a rispondere immediatamente ad eventuali domande di chiarimento.
Nel caso della azioni videoregistrate, attraverso l'app di Meet, è possibile fornire materiale di studio ed eventuali video-lezioni ai propri studenti, che avranno quindi la possibilità di visionarli anche in momenti successivi. Ogni docente può inserire all'interno di "Meet", o di altre applicazioni simili, più di una cartella, riuscendo ad organizzare meglio le informazioni, in base a criteri personali. Seguendo questa logica, sarà possibile inserire sia video su youtube, che PDF chiarificatori o ancora infografiche concettuali e mappe logiche.
Si possono usare anche altre app, che permettono di caricare lezioni da casa, come ad esempio "screencastomatic.com", molto apprezzata dai docenti più giovani. I docenti particolarmente a loro agio con i social hanno creato dei veri e propri canali youtube, che iniziano ad essere molto seguiti e apprezzati dagli alunni di tutta Italia, grazie alla chiarezza espositiva e alla qualità della strumentazione video utilizzata in fase di produzione.
Altra piattaforma interessante è www.edmodo.com , all'interno della quale si crea account personale, in cordinamento con la scuola che invece fornirà i codici classe per organizzare meglio il lavoro.
Come si valuta il lavoro dei ragazzi ?
"G suite for education" è uno strumento completo, che offre la possibilità ad ogni insegnante di correggere un compito. Il sistema è molto simile a quello utilizzato in Google Drive, quando si lavora su documenti condivisi. In questo modo un professore può correggere un lavoro online e reinviarlo allo studente, dopo aver assegnato un voto.
Si precisa come i docenti non abbiano nessun obbligo valutativo e si atterranno ad eventuali e nuove disposizioni da parte della Ministro Azzolino, prima di organizzare interrogazioni dirette a cui seguirà una votazione su registro elettronico.
Giusto per essere chiari: i compiti in classe non sono ancora previsti al momento, in questa modo di intendere la didattica on line in Italia, ai tempi dell'emergenza Covid-19.
Problemi derivanti da questa metodologia didattica
Al momento si procede molto lentamente. I professori più anziani non reputano facile l'utilizzo di queste piattaforme online, vista la scarsa dimestichezza con i dispositivi elettronici e avrebbero avuto di più tempo per utilizzare con successo questo strumento. La diffusione del coronavirus ha mostrato in maniera evidente quanto alcuni professori siano impreparati e necessitino di specifici aggiornamenti sull'uso della didattica a distanza.
Molti docenti lamentano di impiegare oltre 8 ore al giorno per riuscire a caricare un video e il materiale didattico per una singola classe, trovando serie difficoltà lavorative e stancandosi parecchio.
Senza contare che, per offrire un servizio di qualità, occorre disporre di un buon collegamento internet ADSL e di una valida webcam, strumenti di cui non tutti gli insegnanti dispongono. In un periodo di crisi come questo in cui le richieste di camere video da applicare sul pc, per attuare l'home working, non è così semplice come sembra, vista la mole di richieste ricevute dai negozi di informatica.
Dopo i primi giorni di straniamento e di valutazioni tecniche da parte del Miur, coordinati dal Ministro Azzolino, si è chiesto esplicitamente agli insegnanti di non lasciare gli studenti da soli e di utilizzare gli strumenti tecnologici del web per continuare la didattica da casa, nell'attesa che passi il picco di diffusione del Coronavirus.
Nella giornata di sabato 7 Marzo è arrivata una comunicazione istituzionale a tutti i docenti di ruolo, incluso quelli di sostegno, all'interno della quale si invitava ad utilizzare "Google classroom" e l'intera suite chiamata "g suite for education" per continuare a mantenere un contatto con gli alunni della classe.
Nonostante gli allarmismi e le interpretazioni della direttiva, si intuiva da subito come lo scopo ultimo di questa didattica online non sarebbe stato quello di poter valutare gli alunni, ma quello di non farli sentire abbandonati del tutto.
Attraverso Google Classroom i docenti avrebbero potuto continuare a offrire approfondimenti e spunti di riflessione sui temi inerenti al programma didattico.
Cosa è tenuto a fare il docente
Già da lunedì 9 Marzo è stato consegnato ad ogni insegnante una password, legata ad un account che consentisse al docente di accedere alla propria classe virtuale, già creata dalla scuola mediante "Google classroom".
Anche gli alunni hanno ricevuto una password e le credenziali per accedere alla stessa piattaforma online.
Ogni professore, utilizzando l'applicazione "meet" può decidere se registrare videolezioni o spiegare delle lezioni in diretta, facendo una sorta di appello online, onde assicurarsi della presenza degli studenti dall'altra parte dello schermo. In linea di massima i docenti di matematica e delle materie scientifiche hanno preferito il "live streaming", in virtù della possibilità di dimostrare in tempo reale la soluzione dell'esercizio e riuscire a rispondere immediatamente ad eventuali domande di chiarimento.
Nel caso della azioni videoregistrate, attraverso l'app di Meet, è possibile fornire materiale di studio ed eventuali video-lezioni ai propri studenti, che avranno quindi la possibilità di visionarli anche in momenti successivi. Ogni docente può inserire all'interno di "Meet", o di altre applicazioni simili, più di una cartella, riuscendo ad organizzare meglio le informazioni, in base a criteri personali. Seguendo questa logica, sarà possibile inserire sia video su youtube, che PDF chiarificatori o ancora infografiche concettuali e mappe logiche.
Si possono usare anche altre app, che permettono di caricare lezioni da casa, come ad esempio "screencastomatic.com", molto apprezzata dai docenti più giovani. I docenti particolarmente a loro agio con i social hanno creato dei veri e propri canali youtube, che iniziano ad essere molto seguiti e apprezzati dagli alunni di tutta Italia, grazie alla chiarezza espositiva e alla qualità della strumentazione video utilizzata in fase di produzione.
Altra piattaforma interessante è www.edmodo.com , all'interno della quale si crea account personale, in cordinamento con la scuola che invece fornirà i codici classe per organizzare meglio il lavoro.
Come si valuta il lavoro dei ragazzi ?
"G suite for education" è uno strumento completo, che offre la possibilità ad ogni insegnante di correggere un compito. Il sistema è molto simile a quello utilizzato in Google Drive, quando si lavora su documenti condivisi. In questo modo un professore può correggere un lavoro online e reinviarlo allo studente, dopo aver assegnato un voto.
Si precisa come i docenti non abbiano nessun obbligo valutativo e si atterranno ad eventuali e nuove disposizioni da parte della Ministro Azzolino, prima di organizzare interrogazioni dirette a cui seguirà una votazione su registro elettronico.
Giusto per essere chiari: i compiti in classe non sono ancora previsti al momento, in questa modo di intendere la didattica on line in Italia, ai tempi dell'emergenza Covid-19.
Problemi derivanti da questa metodologia didattica
Al momento si procede molto lentamente. I professori più anziani non reputano facile l'utilizzo di queste piattaforme online, vista la scarsa dimestichezza con i dispositivi elettronici e avrebbero avuto di più tempo per utilizzare con successo questo strumento. La diffusione del coronavirus ha mostrato in maniera evidente quanto alcuni professori siano impreparati e necessitino di specifici aggiornamenti sull'uso della didattica a distanza.
Molti docenti lamentano di impiegare oltre 8 ore al giorno per riuscire a caricare un video e il materiale didattico per una singola classe, trovando serie difficoltà lavorative e stancandosi parecchio.
Senza contare che, per offrire un servizio di qualità, occorre disporre di un buon collegamento internet ADSL e di una valida webcam, strumenti di cui non tutti gli insegnanti dispongono. In un periodo di crisi come questo in cui le richieste di camere video da applicare sul pc, per attuare l'home working, non è così semplice come sembra, vista la mole di richieste ricevute dai negozi di informatica.
Eppure è arrivato il momento di fare uno sforzo in più, di rimboccarsi le maniche e di mettere la propria buona volontà a servizio della classe, affinchè i ragazzi non si sentano emarginati e lasciati soli. Se questa pandemia è già molto difficile da affrontare in quanto adulti, immaginiamo come possa risultare nei panni di ragazzi di 14 e 16 anni.
Il corpo docente dovrebbe pertanto superare lo scetticismo legato alla difficoltà di usare questi nuovi strumenti didattici e cercare di fare tutto per coinvolgere i propri studenti e far sentire loro vicinanza e un barlume di "normalità".
Anche gli studenti dovranno impegnarsi e cercare di partecipare attivamente alle lezioni online, senza considerare questa occasione come un momento di perdita di tempo, ma di opportunità, per vivere il rapporto con i docenti e i propri compagni in maniera differente. L'utilizzo di chat whatsapp e di file condividisi online, la visione del proprio insegnante su youtube può offrire nuovi punti di vista sul sistema classe e, vista la dimestichezza che hanno le nuove generazione con questi canali, paradossalmente farli sentire più "compresi".
Il corpo docente dovrebbe pertanto superare lo scetticismo legato alla difficoltà di usare questi nuovi strumenti didattici e cercare di fare tutto per coinvolgere i propri studenti e far sentire loro vicinanza e un barlume di "normalità".
Anche gli studenti dovranno impegnarsi e cercare di partecipare attivamente alle lezioni online, senza considerare questa occasione come un momento di perdita di tempo, ma di opportunità, per vivere il rapporto con i docenti e i propri compagni in maniera differente. L'utilizzo di chat whatsapp e di file condividisi online, la visione del proprio insegnante su youtube può offrire nuovi punti di vista sul sistema classe e, vista la dimestichezza che hanno le nuove generazione con questi canali, paradossalmente farli sentire più "compresi".