In questa situazione istabile, il rischio si avverte anche solo considerando i mezzi impiegati dal governo Canario per garantire la sicurezza della popolazione: 1 elicottero leggeto BO105, materiale della GEAS, come uno zodiak di 11 metri, 1 decompressore e 5 sommozzatori esperti, 1 MIR del GRS, 7 veicoli Todoterreno del GRS; sofisticati impianti di comunicazione, 2 IDR appartenenti al Comando marittimo di Santa Cruz di Tenerife, 1 GATERO proveniente da Las Palmas 38 componenti e 6 veicoli di controllo, dislocati su tutta El Hierro, con particolare attenzione alla zona di Valverde, oltre a 12 agenti speciali appartenenti alla USECIC e svariati mezzi di trasporto, pronti ad assistere la popolazione in caso la situazione precipitasse.
Divieto di qualsiasi attività nel raggio di 5 miglia, attorno al vulcano che minaccia El Hierro17/10/2011 Il comitato nazionale rischio vulcanico ha stabilito una zona ampia 5 miglia nautiche nelle quali è proibito il traffico delle navi a causa dell'emergenza legata all'eruzione di un vulcano marittimo, nelle vicinanze delle coste di La Restinga, sull'isola di Hierro, nelle Canarie. E' stato confermato il mantenimento del livello di allerta 1 (il massimo) e si è deciso di aumentare il monitoraggio della geologia dell'isola di El Hierro, soprattutto in seguito alle importanti alterazioni a livello di crosta terrestre registrati nelle ultime ore. E' stato di conseguenza proclamato il divieto assluto di pesca nella zona, oltre al proibire le attività di diving, molto diffuse nella zona, in ragione degli splendidi fondali antistanti le coste di La Restinga.
In questa situazione istabile, il rischio si avverte anche solo considerando i mezzi impiegati dal governo Canario per garantire la sicurezza della popolazione: 1 elicottero leggeto BO105, materiale della GEAS, come uno zodiak di 11 metri, 1 decompressore e 5 sommozzatori esperti, 1 MIR del GRS, 7 veicoli Todoterreno del GRS; sofisticati impianti di comunicazione, 2 IDR appartenenti al Comando marittimo di Santa Cruz di Tenerife, 1 GATERO proveniente da Las Palmas 38 componenti e 6 veicoli di controllo, dislocati su tutta El Hierro, con particolare attenzione alla zona di Valverde, oltre a 12 agenti speciali appartenenti alla USECIC e svariati mezzi di trasporto, pronti ad assistere la popolazione in caso la situazione precipitasse.
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Gli ispettori del Consiglio Superiore di Ricerca Scientifica (CSIC) si stanno convincendo sempre più che la eruzione che iniziolunedì su Hierro è di tipo surtseyana e che qualora completasse il processo eruttivo potrebbe concludersi con la formazione di una nuova piccola isola a pochi kilometri da La Restinga, in un arco di tempo anche inferiore alle 2 settimane. La direttrice del IGN (Istituto Geografico Nazionale) delle Canarie, Maria Josè Blanco, ribadisce che allo stesso modo, analizzando la situazione attuale, permangono le stesse possibilità che non emerga nulla, in quanto tutto dipenderà dalla quantità di magma che il vulcano espellerà. Qualora il processo eruttivo continui con la stessa intensità invece è molto probabile che in meno di 2 settimane il vulcano sottomarino cominci pian piano ad emergere, come successo col vulcano di Teneguia a La Parma, la cui eruzione durò 20 giorni. Ramon Ortiz, ricercatore del CSIC disse già sabato che entro pochi giorni si sarebbe potuto apprezzare l'emergere di vapore bianco, fenomeno che indica il momento appena precedente alle esplosioni ed alla risalita di ceceri e materiale magmatico in atmosfera. Da quel momento in poi il processo eruttivo cesserà di essere considerato sottomarino e sarà definito subaereo e comincierà ad essere trattato come tale.
Il giorno 15 Ottobre, la Protezione Civile spagnola ha confermato una nuova eruzione marina, essendosi creato uno spacco di crosta in acque quasi superficiali. Si parla di 150 metri di profondità.
Di conseguenza l'emergenza ha raggiunto il massimo livello (livello 1), costringendo tutti gli abitanti di La Restiga all'a evacuazione obbligatoria. La gente del villaggio più vicino alla zona dell'eruzione segue con preoccupazione l'evolversi della situazione. Dalle immagini dall'elicottero, a distanza di soli 2.200 metri dalla costa, sono stati ripresi frammenti di magma fumante in sospensione, ad una profondità compresa tra i 100 e 150 metri. Non a caso è stato notano un cambiamento del colore della superficie dell'oceano, che appare decisamente più nero ed agitato. Tutto questo sembra confermare l'ipotesi di un'eruzione molto prossima alla superficie del mare che si trova a sud ovest dell'isola di El Hierro. L'intenzione da parte delle autorità sembra quella di proibire il traffico aereo e delle navi in tutta l'area. Aggiornamenti del 16 Ottobre: Le autorità sembrano aver concesso agli abitanti di La Restiga di tornare a casa, ma la situazione non sembra affatto risolta. Il tremore vulcanico è decisamente aumentato, segno di un'eruzione evidente. Il magma sta fuoriuscendo e questo è un bene perchè trova una via di fuga, ma la posizione così superficiale potrebbe creare situazioni davvero difficili da gestire, visto che il magma a contatto con l'acqua crea spruzzi di cenere e bombe laviche che possono essere "sparate" sino a 2 km di distanza!! Davvero molti, per non preoccupare il paese di La Restiga che dista molto poco da quelle coste. Vi aggiornerò al più presto con le ultime novità provenienti dalle isole Canarie. L'ultima eruzione tipo questa, che ricorda per dinamica quello che accade nei Gayser islandesi, si verificò proprio in Islanda nel 1964. Enormi disagi per i voli in tutta europa. Tutto questo ci obbliga a guardare con maggiore rispetto Madre Natura ed in questo caso l'eruzione che si sta verificando nella zona di El Hierro, perchè non è un evento così tanto frequente. Roberto D'Aprile L'isola di Hierro, di origine vulcanica potrebbe affrontare rischi di smottamenti naturali in quelle zone, oggette di studio da parte dell'Istituto Geologico e Minerario (IGME).
La responsabile di questa ricerca, Mercedes Ferrer, spiegò a Efeverde che l'instabilità delle rocce nella zona vicina all'eruzione, rappresenta una preoccupazione costante, in una zona come Hierro, caratterizzata dalla grande attività geologica. Lo scopo della ricerca portata avanti da IGME è quello di valutare la stabilità delle pareti rocciose che potrebbero essere oggetto di cedimento strutturale e che attualmente risultano chiuse al traffico e di altre che in passato sono state protagoniste di fenomeni franosi. Marcedes Ferrer si recherà a breve sull'isola per iniziare questi studi assieme al suo staff. Aggiunge Ferrer: “Il nostro lavoro si basa sulla mera osservazione e sullo studio del terreno. Successivamente saranno altri che stabiliranno adeguate contro-misure”. La geologa del IGME ha inoltre precisato che sull'isola di El Hierro i processi franosi sono processi frequenti che possono essere messi in relazione con i terremoti, ma non con la recente eruzione vulcanica, considerandogli sostanzialmente delle manifestazioni naturali dell'evoluzione geologica delle isole Canarie. La Ferrer puntualizza inoltre che anche le imponenti infrastrutture e la frequenza di piogge particolarmente intense vanno prese in considerazione per valutare i rischi di smottamento di zone sotto controllo, nonostante siano caratterizzate dalla presenza di resistenti rocce basaltiche. Ferrer segnala anche che le isole Canarie, nonostante siano abbastanza soggette a sismi, non siano di fatto obbligate a rispettare le normative antisismiche vigenti nella penisola iberica, con particolare attenzione alle province di Murcia, Granada e Alicante. La geologa coclude l'intervento con una nota di amarezza, affermando che il territorio canario è molto poco attrezzato dal punto di vista delle attrezzature necessarie per intraprendere ricerche approfondite, nonostante rappresenti oggi la zona geologicamente più attiva dell'intera Spagna. Va precisato però che le rocce di origine vulcanica come quelle presenti sull'isola di Hierro risultano generalmente stabili e si strutturano in blocchi relativamente piccoli, ma che di fronte ad un rischio così elevato, andrebbero considerati altri fattori come la velocità di caduta e la ripidità del terreno. “Il pericolo non nasce dalla dimensione di questi blocchi, ma dalla velocità di caduta e la luogo d'impatto”. El Hierro, ma più occidentale delle isole Canarie, ha registrato negli ultimi 3 mesi oltre 10000 movimenti sismici e due eruzioni vulcaniche sottomarine, una a 5 chilometri dalla costa e a circa 1000 metri di profondità e l'altra a 3 chilometri dalla costa, ma sono a 600 metri di profondità. Traduzione di Roberto D'Aprile Speriamo di no, altrimenti ci sarebbe davvero da impallidire. Resta il fatto che la situazione è instabile e fare previsioni risulta assolutamente azzardato.Basta pensare ad alcuni dati perchè vengano i brividi:
La caldera di Hierro, ovvero la camera magmatica che si trova al di sotto dell'isola misura ben 512 km cubi di magma; Attraverso delle foto dagli elicotteri si inizia a distinguere chiaramente una grande chiazza di color marroncino generata dall'eruzione sottomarine che investito la costa antistante El Hierro già dal 10 Ottobre; Attualmente si calcola che ci siano ben due bocche vulcaniche sottomarine, precisamente a 500 ed a 700 mt di profondità, che continuano a rilasciare nel mare enormi quantità di gas e magma; Il tremore vulcanico sembra essere in diminuzione, ma questo non rappresenta un dato confortante in quanto potrebbe indicare il sintomo che la pressione dell'oceano atlantico non consente un'uscita totale della pressione del magma, fatto che lascerebbe pensare che il magma stia cercando una nuova uscita; tra le 15.00 e le 17.00 di oggi 13 Ottobre, ci sono state 2 scosse (le prime in assoluto) nella zona dell' isola di Fuerteventura (latitud. 28.0482 -longit. 15.0285 e poi latitud. 27.9404 -longitud. 15.2335); il complesso delle isole canarie vanta 500 coni vulcanici sottomarini teoricamente collegati tra loro; equipe di scienziati stanno studiando molto da vicino la situazione, visto che da Luglio si sono registrate sull'isola oltre 10000 scosse, soltanto sull'isola di Hierro. Vi aggiornerò al più presto con nuove notizie, visto e considerato che la situazione è in costante evoluzione. Speriamo bene. Consiglio di visionare la pagina del Diario El Hierro, qualora si masticasse un po' di spagnolo e fosse interessati al tema. Ieri 9 Ottobre è andata in onda una interessantissima puntata di Presadiretta intitolata “Terra e Cibo”. Si è spiegato con molta chiarezza il perchè i contandini siano costretti ad abbandonare le colture di grano, ricattati da alcune assurde leggi italiane che come risultato finale non fanno altro che impoverire la categoria contandini e di conseguenza l'intero Stato italiano. Dal servizio firmato da Lisa Iotti, Raffaella Pusceddu e Marina del Vecchio emerge in maniera palese come la condizione di miseria a cui sono costretti nel 2011 i contadini è frutto di leggi insensate o per meglio dire disegnate ad hoc per arrichire solo alcuni membri dell'elite politica e industriale, a scapito dell'intera economia del Belpaese. Perchè gli industriali del pomodoro continuano a registrare profitti per centinaia di milioni di euro l'anno ed i poveri agricoltori non possono permettersi di raccogliere i pomodori pachino, che hanno un valore di mercato di 0.30 centesimi, tenendo presente che il costo di una cassetta per raccoglierli costa già 0.60 centesimi di euro? Perchè esiste una legge italiana che consente ai pomodori prodotti in Cina ed esportati in Italia di essere etichettati come prodotto “made in Italy”, se sottoposti ad un semplice trattamento di acqua e sale? Perchè continuiamo ad importare grano da altri Paesi se in Italia se ne produce a sufficenza? Perchè negli ultimi 10 anni in Italia si è perso un territorio coltivabile pari alla superficie del Veneto, con conseguenze devastanti sulla stabilità delle case e delle infrastrutture che circondano questi campi abbandonati? A questi e tanti altri quesiti risponderanno i bravi giornalisti di Presadiretta. Se i pastori sardi protestano in migliaia una ragione c'è. Speriamo che le loro ragioni possano divenire opinione pubblica, perchè è soltanto dalla base che può ripartire una nazione che si è messa in crisi da sola. Se la AGEA continua a ricevere milioni e milioni di euro ogni anno dalla Comunità Europea a causa di censimenti truccati che stimano una quantità di mucche assolutamente falsa, dichiarando ad esempio che alcuni contadini, proprietari di solo 5 mucche che sopravvivono di stenti, secondo i loro documenti dovrebbero essere milionari perchè possessori di ben trentamila capi da latte. Un'indagine a 360° tra i prodotti, un tempo chiamati “eccellenze italiane”, ma che adesso stanno portando sul lastrico una categoria indebitata e volutamente inscoltata dalla classe politica. La presentazione di una categoria che si vergogna di tagliare l'uva ancora acerba dai vigneti, ma che non riesce a nascondere le lacrime di fronte alle telecamere. Contadini costretti a inaugurare il nuovo rituale della “vendemmia verde” perchè spiegano di guadagnare più da una pericolosa legge che paga 1300 euro per ogni ettaro di vigneto con grappoli “in eccesso”, che dalla costosissima raccolta, nei fatti molto meno remunerativa in termini economici. Nulla può giustificare questa assurda situazione e questa scelta inumana, volta a impoverire l'Italia. Perchè i contadini e tutti noi dovremmo pretendere delle risposte e lottare contro queste ingiustizie, perchè per dirla con le parole di una contadina che interviene in questo servizio: “è vero che siamo italiani, ma non siamo ladri”. guarda l'intera puntata sul sito di presadiretta: www.presadiretta.rai.it Brevard County, Florida – Importanti scienziati nel Mondo sono ancora al lavoro per scoprire cosa abbia potuto provocare la moria di milioni di api. Sono moltissimi gli agricoltori della Florida che hanno dichiarato di aver perduto grandissimi alveari. C'è chi sostiene sia colpa dei pesticidi utilizzati nell'agricoltura intensiva, considerato che il brevissimo arco di tempo durante il quale si è registrata questa inspiegata moria di api, lascia escludere quasi del tutto la possibilità che sia stata causata da una malattia. I danni quantificati e associati al settore agricolo della Florida sono ingentissimi, ma è quello che pensava Albert Einstein a proposito delle morie d'api che lascia ancor più amarezza nei cuori di ha cuore le sorti del nostro Pianeta: "Quando morirà l'ultima ape all'umanità resteranno solamente 4 anni di vita" per maggiori approfondimenti: http://tampa.cbslocal.com/2011/09/30/millions-of-bees-mysteriously-die-in-florida/ Che fine hanno fatto i proclami delle campagne elettorali passate che promettevano benzina a metà prezzo, innumerevoli posti di lavoro e ancora infrastrutture, nuove risorse economiche, con cui hanno bombardato i poveri cittadini lucani.
Le lobby delle energie sporche e le associazioni dell'immondizia riunite sotto il cappello di qualche multinazionale americana hanno raggiunto il loro scopo e umiliato definitivamente i cittadini appartenenti alla regione più ricca d'Italia: la Basilicata. Mentre la Basilicata veniva svenduta per quattro denari, il teatrino offerto dai politici italiani ha continuato a vendere i propri biglietti sporchi, nella totale indifferenza nei confronti dei torti inflitti ai lucani. Attualmente sono state realizzate quasi 500 perforazioni (in questa conta vengono inclusi sia pozzi esausti, che quelli attivi) tra le provincie di Matera e Potenza, senza considerare i tantissimi accordi che sanciscono e ufficializzano il dramma di nuove perforazioni in territorio lucano. Quello che accadrà d'ora in avanti è la parafrasi di un copione già scritto in tantissimi Paesi che erano ricchi di risorse primarie, ma ormai ridotti alla totale povertà, a causa di accordi scellerati e macchiati col sangue di tanta gente dignitosa. D'ora in poi infatti le perforazioni non saranno praticamente soggette ad alcuna regola, considerato che i nuovi accordi dichiarano che le compagnie minerarie realizzeranno trivellazioni di pozzi sull'intero suolo della Basilicata. Fiumi, mari, dighe, centri abitati, strutture ospedaliere, non esiste praticamente luogo nel territorio lucano in cui sarà impedito di trivellare! Altro aspetto allarmante riguarda l'aver consitito l'utilizzo di tecniche come l'airgun (cannoni d'aria), terribilmente dannosa dal punto di vista ambientale. Basti pensare che questa tecnica, utilizzata in fase di ispezione del sottosuolo causa un tasso di morte altissima tra gli animali. Non a caso negli Stati Uniti d'America essa è vietata se attuata ad una distanza inferiore ai 160 km dalla costa. Tutto questo ha luogo in una Terra considerata altamente sismica e che, statistiche alla mano, presenta negli ultimi 10 anni un aumento notevolissimo di casi di cittadini affetti da tumori. In California, come in tantissimi altri Stati in cui viene estratto l'oro nero, accade che ogni trimestre si obbigano le “viscose” compagnie di petrolio a diffondere alla popolazione puntuali e dettagliate statistiche sui rischi tumorali. Tutto questo nella piccola Basilicata non avviene e, quel che è peggio, non viene affatto considerato come un punto fondamentale da cui partire prima di realizzare alcun tipo di trivellazioni di pozzi!! I lucani continuano ad ammalarsi, senza godere minimamente di quei benefici economici tanto pubblicizzati dai prestanome di turno, durante le campagne elettorali. Il volto è sempre lo stesso e cammina a pieno petto sotto il cappello del profitto ad ogni costo. Le vittime di turno si chiamano Lucani. Obbedienti e scodinzolanti di fronte all'offerta di 90 euro come ricompensa per 15 anni durante i quali le compagnie potranno trivellare indisturbate la dignità di una popolazione che abitano una Terra considerata sino al 2009 “virtuosa”, in cui l'indice dell'impronta ecologia era pari a 0.54 . Non è un'accusa diretta al popolo lucano, lungi da me! Le azioni del movimento contro le scorie nucleari a Scanzano e le manifestazioni per riportare i cervelli sparsi per l'Italia di alcuni dei loro briganti più importanti, sono tra le espressioni di difesa della propria Terra più creative e concrete che io ricordi. Proprio per questo ho voluto scrivere questo articolo, perchè io amo la Basilicata. Cerco la ragione del perchè a conti fatti i magnati petroliferi guadagnano ogni anno quasi 3 miliardi di euro dall'estrazione di oro nero dalla Basilicata, gli Enti lucani invece intascano approssimativamente 1000 milioni di euro, mentre i briganti degli anni 2000, possono vantare solo dei miserissimi 90 euro di benzina e innumerovoli problemi ambientali. Tutto questo mentre il prezzo del gasolio al litro ha raggiunto il prezzo di euro 1,637, anche per i cittadini della Basilicata. Una credit card che sentenzia morte e puzza ancora una volta di petroldollari e di promesse non mantenute. Benvenuti nei tempi dell'Oro lucano, 90 euro e passa la paura. Preferivo i tempi della smorfia e dell'Amaro Lucano. Quando non si poteva davvero chiedere di più dalla vita e 90 voleva dire PAURA. Roberto D'Aprile (contrario alle trivellazioni petrolifere in Basilicata, qualora non si fosse intuito) Il giorno 8 e 9 del mese di Ottobre, in concomitanza con la 25° SAGRA DELLE OLIVE avrà luogo la prima edizione della Festa dello Starbene. Sarà l'occasione per mostrare i prodotti e le aziende agricole del terrirorio pugliese più sensibili alla pratica dell'agricoltura biologica e che promuovono stili di vita ecosostebili. L'invito è aperto e quindi rivolto a tutte le cooperache e associazioni che operano nel settore perseguendo tali principi. Gli organizzatori dell'evento hanno bisogno di tutti noi, pertanto partecipate in tantissimi e inviate richiesta di partecipazione per presenziare con un vostro banchetto. Si metterà a disposizione la zona del Castello e la piazza antistante. Scenario stupendo in cui avrete la possibilità di occupare un vostro posto per pubblicizzare le vostre attività e i vostri progetti ambientali. Maggiori informazioni sono presenti sul sito : http://www.promoambientesviluppo.it/it/node/31 Grazie per l' attenzione e diffondete il più possibile questa splendida iniziativa Nella speranza che la Gabanelli e il giornalismo d'inchiesta di Report possa presto ritornare su rai 3, ricordiamo a tutti gli utenti che è sempre possibile visionare le puntate trasmesse in questi anni, direttamente dal sito di Report. collegatevi su http://www.report.rai.it/dl/Report/Page-8200206a-0877-46c1-ab57-c774db2c6d38.html e apprezzate i contenuti di una trasmissione come Report, in onda su Raitre sino ad Aprile 2011, in cui spesso si è discusso di temi ambientali e tutte le problematiche che affliggono l'ambiente. Nonostante ricordiamo che moltissime trasmissioni di Report non hanno avuto il permesso di essere trasmesse su Raitre, vi consigliamo vivamente di visionare quelle presenti sul sito di Report, specificatamente inserite nella sezione ambiente. lo staff di scuolaverde vi augura una buona visione e un'ottima..riflessione. |
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May 2017
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